Fare acquisti semplicemente avvicinando il proprio smartphone o il tablet al POS. È quello che si chiama pagamento in-store contactless, ed è già realtà in oltre 200 mila esercizi commerciali in Italia, dotati di POS con tecnologia NFC (Near Field Communication, ovvero “connessione in prossimità”).
Per pagare tramite smartphone sono necessari alcuni requisiti:
– Un POS abilitato a questo tipo di transazione
– Uno smartphone con NFC integrato (ormai molto diffusi)
– Una SIM telefonica NFC disponibile presso il proprio operatore telefonico, con relativo servizio wallet attivato
– Un’applicazione che deve essere in esecuzione sul dispositivo.
Quali sono i vantaggi che comporta l’utilizzo dei pagamenti contactless?
Oltre all’innegabile comodità, i pagamenti di questo tipo offrono un elevato livello di interattività, perché permettono ad esempio di monitorare le spese in maniera efficace quando si è in viaggio o in vacanza.
Oltre alla semplificazione per il consumatore finale ci sono anche vantaggi per il fisco: in questo modo si possono controllare le piccole transazioni monetarie (dell’ordine dei 20-25 euro) che ad oggi si possono finalizzare con i pagamenti contactless e che sono attualmente le più suscettibili all’evasione fiscale.
E la sicurezza?
Su questo fronte sono stati fatti passi avanti: i chip NFC di ultima generazione offrono livelli di sicurezza ormai paragonabili a quelli delle normali carte di credito. Ovviamente, se si perde il telefono, o se viene rubato, bisogna bloccarlo come si farebbe con una carta di credito.
I principali utilizzatori di servizi di mobile payment in-store, neanche dirlo, sono i cosiddetti “millennials”, cioè la generazione nata tra il 1980 e il 2000, la più ricettiva nei confronti di questo tipo di tecnologie.
Chissà che presto non divenga un gesto abituale per tutti, quello di pagare un caffè al bar con un tap dell’indice sullo schermo dello smartphone.